Lo sbiancamento dentale professionale fa parte delle tecniche di odontoiatria estetica ed è una pratica estremamente richiesta perché permette di recuperare il bianco naturale sui denti che rimangono esposti quando si sorride (incisivi e canini superiori e inferiori).
I denti sono soggetti all’azione del tempo e agli effetti del passaggio di cibi caratterizzati da una pigmentazione scura che a lungo termine può rimanere sui denti: caffè, il té, il cioccolato, il vino rosso, la liquirizia, le bevande e i cibi che contengono coloranti e che provocano il depositarsi di sostanze sulla superficie dentale con una patina che va dal giallo, al grigio, al marrone fino al nero.
Altre sostanze che portano al deterioramento del colore dei denti sono i farmaci antibiotici che contengono le cosiddette tetracicline, i collutori con clorexidina se utilizzati in maniera prolungata e, soprattutto, il fumo di sigaretta.
Lo sbiancamento dentale professionale si esegue alla poltrona: il grado di sbiancamento viene prima concordato con il dentista in modo che si possa puntare ad un colore soddisfacente e che si avvicini il più possibile a quello naturale.
La sostanza in grado di sbiancare i denti è il perossido di idrogeno che viene attivato attraverso la luce di una lampada LED: una seduta di sbiancamento dentale professionale può durare dai 40 ai 60 minuti.
In alternativa lo sbiancamento dentale può essere eseguito anche a domicilio sotto controllo del dentista attraverso mascherine in silicone che devono essere applicate direttamente sui denti: le tempistiche di sbiancamento e il risultato sono diversi da quelli che si ottengono con lo sbiancamento realizzato in studio.